L’alleanza passa da giallo-verde a rosso-bruna
La voce è di quelle autorevoli. Il politologo Piero Ignazi, laureato magna cum laude all’Alma Mater, accademico e attualmente editorialista di Espresso e Repubblica, propone una visione a colori della compagine governativa.
I due movimenti che ne danno vita, 5 Stelle e Lega, hanno rispettivamente nel giallo e nel verde i loro colori distintivi.
Ignazi, in un editoriale su Repubblica li accosta però in modo inquietante a due colori molto significativi per la politica mondiale: il rosso e il bruno.
Partendo dal principio che i pentastellati nascono con un DNA di impegno sociale, e che la nuova Lega di Salvini, aldilà delle origini, si è attestata su posizioni nazionaliste e sovraniste, richiama le attinenze dei due partiti con le accezioni politiche di estrema sinistra e di estrema destra sorte nel corso degli anni ’20 dello scorso secolo.
Certamente l’accostamento risulta quantomeno inquietante, considerando cosa hanno rappresentato il rosso nella Un ione Sovietica stalinista e il bruno nella Germania nazista.
Ignazi ha scritto diversi testi di analisi storico politica, che abbracciano l’intero arco ideologico. Famoso un libro riguardante il passaggio storico della sinistra dal titolo “Dal PCI al PDS”, altrettanto quanto il volume “Post fascisti? La trasformazione del Movimento Sociale Italiano in Alleanza Nazionale”. Entrambi editi da Il Mulino, rispettivamente nel 1992 e nel 1994. Il suo ultimo lavoro, pubblicato quest’anno dalla medesima casa editrice bolognese, è “I muscoli del partito. Il ruolo dei quadri intermedi nella politica atrofizzata” scritto in collaborazione con Paola Bordandini.
Sul sito di Repubblica si possono individuare i motivi storico-filosofici che inducono l’intellettuale a elaborare la sua analisi. Cercando di scoprire se si tratta di qualcosa di diverso che una semplice provocazione.